Capitolo 67: Dura Battaglia
[Traduzione: Jake]
[Controllo: Gatthos]
La terra sembrava aver preso vita, e iniziò a tremare. La neve sugli alberi iniziò a cadere, e gli alberi si piegarono, come se stessero dando il benvenuto al loro maestro. E poi un oscuro passaggio stretto si rivelò.
Con orrore dello spettatore, due mani di legno sgualcite presero i tronchi, o per essere precisi, le ‘mani erano fatte di tante liane che si intersecavano. La mani si spinsero indietro, mostrando un gigantesco essere che si stava inginocchiando dietro il percorso. “Q-Quello è u-un cervo?”
La testa della creatura era grande quanto quella di un adulto medio, con un paio di gigantesche corna che spuntavano dai lati della testa. Queste sembravano dei rami di un albero, ed erano intrecciate. La sua faccia era lunga come quella di un cervo, ma non aveva pelle sopra, nemmeno sul muso, rimaneva solo un teschio. Delle fiamme inquietanti gli danzavano nelle orbite, innestando paura in chiunque li vedesse. Il suo torace e i suoi arti erano fatti di tronchi e liane, coperti da uno strato di felci.
Il mostro fece un passo avanti, e la sua faccia rimase a pochi metri da Buzz, la sua stazza di più di tre metri bloccava la vista di Buzz. Il lesny era accompagnato dall’oscurità, che la propagava, insieme a paura e morte. I capelli di Buzz si rizzarono e tremò, sentendosi soffocato. Gli ci è voluta tutta la testa per dire:
“C-Che diavolo sei te?”
Il lesny ringhiò, la sua voce era fastidiosa. Prima che Buzz potesse dire un’altra parola, il lesny alzò la mano enorme e la sbatté per terra.
E così, Buzz chiuse gli occhi disperato, ma poi una folata di vento gli soffiò dietro, e uno scoppiò assordante lo circondò. Sentì un rantolo di dolore non umano, e il mostro tirò indietro la mano, e qualcuno apparve accanto a Buzz.
Sembrava piccolo rispetto al lesny, ma per qualche ragione, Buzz pensò fosse infallibile. “Letho!” Buzz urlò agitato, e iniziò a piangere. Stava per morire un attimo fa, ma poi scoprì che era ancora vivo. È stata un’esperienza straziante per usare un eufemismo.
“Fai silenzio!” Letho stava davanti al nano, con la faccia piena di vene nere grazie alla pozioni che si era preso, e teneva la spada corta davanti al petto, l’olio giallo e il sangue rosso luccicavano su questa. Il sangue apparteneva all’elfa che aveva portato Buzz alla sua probabile morte.
Il lesny era a sei metri di distanza da Letho. Lui poteva sentire l’odore della terra e dell’erba su di lui, ma anche il vago fetore del sangue. La sua collana iniziò a vibrare, e il terreno pulsò, come se la lingua di una creatura stesse cercando di avvolgere la sua preda.
Una liana si alzò dalla neve e provò ad avvolgerli, non diversamente da come farebbe un pitone. C’era una puzza che proveniva da quella. e Buzz iniziò a gridare aiuto. Letho tagliò la liana a metà. La liana rotta si divincolò a terra come un verme tagliato. “Non stare là a strillare, stupido! Prendi questo!”
Buzz si ingarbugliò per prendere il coltello che gli aveva passato Letho, e sorrise beffardamente. “Vuoi che uno zoppo come cerchi di combattere quello con questo coltellino?” Ma non poteva lamentarsi, dato che il lesny aveva iniziato a latrare, e decine di liane si stava precipitando verso di loro come una cascata.
Letho prese Buzz e rotolò via, ma le viti non smisero di inseguirli, e presto, si trovarono accerchiati. Alla fine, le liane formarono un bozzolo, intrappolando Letho e Buzz in esse. Il lesny sospirò, poi continuò e strinse il bozzolo con la mano sottile e grinzosa. Il bozzolo fatto di innumerevoli liane iniziò a contorcersi mentre la presa del lesny si faceva più stretta, e si faceva sempre più piccolo.
Un suono di cose che si strofinavano a vicenda uscivano dal bozzolo, e si sentì un crack. Il lesny fece un passo indietro involontariamente, e se la sua faccia avesse ancora avuto della pelle, sarebbe stata spaventata. Lo strano suono continuò ancora e ancora, finché il bozzolo non smise all’improvviso di contrarsi, e le liane iniziarono a tremare e mormorare nella notte. Tremavano per la paura, come se avessero incontrato un predatore.
Il lesny guardava silenziosamente, e un raggio di luce uscì dal bozzolo, dopodiché, le liane caddero, seccando e morendo subito. Uscì del vapore da alcune di esse, come se fossero state cucinate. Il lesny aprì le braccia, e si trasformarono in degli spuntoni appuntiti. Provò a perforare il bozzolo, ma lo fermò una vampata di fuoco, anche se durò un solo istante. Comunque, quell’istante bastò per far tirare indietro le braccia al lesny per il dolore.
Letho era appoggiato su un ginocchio, sostenendosi con la spada. Era affannato, il corpo era tutto rosso. Anche se era scampato alla morte, gli prese molte energie. Sanguinava dalla faccia, e la sua armatura era rotta, il sangue scorreva fuori dall’armatura.
Buzz era steso a terra, la sua vita era appesa a un filo.
“Homta, morata…” Il lesny iniziò a recitare mentre Letho stava riprendendo il fiato, poi degli ululati di lupi arrivarono da lontano. Letho fece velocemente un segno nell’aria e scagliò un raggio verde dritto sul lesny. Il lesny fu colto di sorpresa, e si trovò stordito per un attimo, e fu costretto a smettere di cantare. Letho colse l’occasione per lanciargli una bomba.
Il contenitore si frantumò, e il fumo bianco cosparso di particelle nere uscì avvolgendo il lesny, bloccando il suo flusso di magia e le sue connessioni con la natura. Il lesny ululò e si tirò velocemente indietro dal fumo.
Letho incrociò le spade corte, creando delle scintille in aria, e saltò sul lesny. Buzz era ancora steso a terra, e non si sarebbe mai aspettato di vedere un witcher lottare contro un mostro da vicino nella sua vita.
La magia del lesny era stata sigillata una volta lanciata la bomba di dimeritium, e poteva iniziare solo uno scontro ravvicinato con Letho. Era come vedere Davide combattere Golia, eccetto il fatto che Davide era un witcher e Golia un lesny. Sembrava divertente, ma pericoloso al contempo. Il lesny aveva una forza incredibile ed era invincibile. Ogni suo attacco lasciava un cratere per terra, ma dato che aveva perso la sua magia, divenne il prigioniero in una prigione che aveva creato lui.
Era come se il lesny fosse bloccato da una maglietta troppo piccola, e non potesse usare tutta la sua forza. Colpiva goffamente i pini di volta in volta, sprecando energia per niente.
Mentre il witcher, seppur grosso agli occhi del nano, aveva una velocità sorprendente. Si muoveva come se avesse le ali ai piedi, eludendo gli artigli del lesny per un soffio a volte. Ogni volta che il lesny cercava di aggirarlo per attaccare Buzz, Letho lo costringeva a ripiegare con Igni.
Letho era un combattente scaltro e cauto. Tornava in posizione dopo ogni colpo con la spada corta, senza lasciare aperture. Era così che i serpenti cacciavano. Le sue spade corte facevano da zanne, mordendo il lesny e avvelenandolo ogni volta che vedeva un’apertura. Poi si nascondeva dietro agli alberi.
Le vipere avevano un veleno letale, e il suo era l’olio e il veleno sulla spada. Il lesny aveva la pelle dura, quindi i colpi non lo danneggiavano troppo, ma quello che bastava fare a Letho era scorticare la pelle, poi l’olio e il veleno avrebbero invaso il corpo del lesny, corrodendolo e distruggendolo così.
Se qualcuno avesse visto lo scontro da lontano, avrebbero visto un gigante urlare nella foresta, mentre qualcuno stava girandogli attorno con uno spettro.
Due intensi minuti di battaglia dopo, il lesny aveva accumulato molte ferite, e il sangue verde colava da queste. Letho era stato colpito due volte, e il sangue gli scendeva dalla guancia. Il suo braccio destro era stato distrutto e pendeva senza forza al lato. Fece un ultimo Igni e lanciò le fiamme al mostro enorme, poi fece un respiro profondo e appoggiò la spada.
Un attimo dopo, il sangue verde sgorgò dalle tante ferite del lesny, e cadde come una nave che stava affondando a causa dei troppi buchi nello scafo. Letho guardò attentamente il gigante cadere con un tonfo. Giaceva per terra, con le braccia aperte, il petto che si gonfiava, e la luce negli occhi si attenuava.
Letho stappò una Pozione di Rondine e la bevve tutta d’un fiato. Un momento dopo, le ferite sul suo corpo smisero di sanguinare, ma i suoi occhi non si staccarono nemmeno per un attimo dal leshen. Allo stesso tempo, afferrò il braccio destro con il sinistro e lo raddrizzò, facendo schioccare le ossa per rimetterle a posto, dandogli un’apparenza di normalità. Poi aiutò il nano gravemente ferito ad alzarsi e gli fece bere una bottiglia di pozione di calendula. Il sapore amaro fece aggrottare la fronte a Buzz, che si risvegliò.
“Il-il mostro è morto, Letho? Siamo sopravvissuti?” Il nano poteva vedere che il leshen era quasi morto, ma il colpo fatale non era ancora stato sferrato.
“Cenere alla cenere, polvere alla polvere. È nato nella foresta, quindi nella foresta deve morire. Questo è il suo destino, ma deve vivere, almeno ancora per un po’.”
E in quel momento il volto di Letho si rabbuiò, perché il lesny improvvisamente si trasformò in una nube di fumo e svanì nel nulla.