Capitolo 66: Allontanarsi
[Traduzione: Jake]
[Controllo: Gatthos]
“Sappiamo quando e dove i lesny farà la sua prossima vittima.” Roy era emozionato. “Conciamolo per le feste domani.”
Ma Letho dovette riportarlo alla realtà. “Dimentichi una cosa ragazzo. Quello con il marchio non è ancora stato trovato, quindi è inutile, anche se lo uccidiamo. Ma il tuo consiglio ieri ha aiutato molto.” Letho gli diede una pacca sulla spalla. “Kaerwen non è quello marchiato, e nemmeno un credente del culto. Tuttavia, due nani della sua area di scavo sono morti, e lui, per qualche ragione, è ostile nei tuoi confronti. Mi sembra fuori luogo.” Letho si fermò un attimo. “Quindi ho usato Axii su di lui questa mattina e ho scoperto che sta aiutando gli Scoia’tael da tutto il tempo. Se le sue informazioni sono vere, allora ci sono quattro membri che si nascondo a Monte Carbonio.”
“Tutto qui?” Roy corrucciò il volto. Pensava ce ne fossero almeno qualche dozzina di loro.
“Gran parte dei membri nascosti qua sono stati convocati a Dol Blathanna per qualche ragione, lasciandone solo quattro in contatto con Kaerwen e ad aiutare il lesny a costruire il totem.” Letho spiegò. “Non ci hanno dato la caccia perché non hanno abbastanza persone qua. Sarebbero rimasti esposti se fossi scappato in qualche modo da una loro imboscata, quindi dovevano essere sicuri di potermi prendere.”
Roy si rispose. “Capisco.”
“E uno dei membri e quello marchiato.” Disse Letho.” Kaerwen si incontrerà con loro al punto di ritrovo domani notte. Il lesny farà la sua vittima allo stesso tempo.”
“Wow, uno di loro si è lasciato marchiare? Mi sembra un po’ drastico.” Roy era scioccato dal sentirlo. Significava che aveva offerto la sua vita per il lesny. “Non c’è dubbio che non l’ho potuto trovare.” Fece un respiro profondo e chiese. “Ma perché Kaerwen vuole aiutarli? L’Anziano ci tiene molto a lui.”
“Questo è tutto ciò che gli ho potuto tirare fuori. Un secondo in più e sarebbe scappato alla presa di Axii.” Letho si fermò, e poi lo derise, “È appena diventato maggiorenne, sai. Magari sta aiutando gli Scoia’tael perché è nella sua fase ribelle. Gli adolescenti tendono a disobbedire ai loro superiori, sai.” Continuò. “Bene, completeremo questa richiesta presto. Ucciderò il lesny domani.” Letho si era organizzato. “Quando Kaerwen porta te e i tuoi amici dagli Scoia’tael. Uccidi quello marchiato appena lo trovi, o il lesny tornerà in vita un’ora dopo essere stato ucciso.” Letho si fece più serio. “Il tempo non è dalla nostra parte, quindi uccidili tutti, ma lascia vivo Kaerwen se te lo puoi permettere.”
Roy annuì. Kaerwen potrebbe aver tradito Brovar, ma non significa che Brovar lo vuole uccidere. Lo terrei in vita se potessi.
“Non dirlo a nessuno. Se Kaerwen scoprisse in qualche modo il nostro piano, allora ci si ritorcerebbe contro, dato che questo è il suo territorio dopotutto. Tienilo un segreto tra me e te, e i tuoi amici. Nemmeno Brovar può saperlo.”
“Va bene.”
“Se il lesny dovesse tornare in vita — e quello sarebbe il peggiore degli scenari — sarà indebolito per un po’ di tempo. Se succede, usa la bomba e l’olio che ti ho dato. Il fuoco lo danneggia letalmente.” Letho lo ricordò a Roy. “Il lesny e gli Scoia’tael si dovranno sottomettere domani notte, a meno che non riusciamo ad allontanarli. O finché non arrivano i rinforzi. Domani è la nostra ultima occasione per finire tutto questo.”
Letho non è spaventato anche se dovrà affrontare il lesny da solo. Io ho i miei amici a coprirmi le spalle, quindi spaccare il culo agli Scoia’tael sarà facile. “Facciamolo allora.”
***
La luna piena si alzò lentamente nel cielo notturno, ma gli alberi che costeggiavano il sentiero tra le quinta area di scavo e Monte Carbonio erano avvolti dall’oscurità, sembrando un abisso misterioso. Chiunque si chiedeva se sarebbe stato attaccato dai pericoli nascosti nell’ombra.
All’improvviso, si sentirono dei passi veloci che si avvicinavano al percorso, un attimo dopo, un nano in un cappotto spesso passò correndo nel percorso buio con nient’altro che una lampada ad olio ad illuminargli la via.
Buzz Ricky era uno dei minatori veterani dell’area di scavo cinque, e lavorava diligentemente da più di dieci anni. Avrebbe dovuto fare il turno di notte quella notte per tornare a casa solo di mattina. I recenti omicidi notturni terrorizzavano chiunque, quindi i minatori sarebbero stati in miniera per la notte in caso avessero finito tardi, per tornare a casa solo di mattina.
Comunque, il suo piano non era andato così liscio. Una guardia l’aveva informato del parto di sua moglie, e Buzz doveva tornare dalla sua famiglia per la nascita di suo figlio, anche se era pericoloso uscire di notte.
Era solo un tragitto di trenta minuti dall’area a Monte Carbonio, e occasionalmente si trovava una pattuglia che percorreva il sentiero, ma per qualche ragione inspiegabile, il percorso era letalmente silenzioso.
Una scia di impronte superficiali si inseriva nel terreno nevoso mentre Buzz correva, la foschia che respirava diventava ghiaccio sulla sua barba. La miniera era già molto lontana da lì, e sarebbe arrivato a valle dopo dieci minuti. Tutto quello a cui poteva pensare a quel punto era sua moglie e nient’altro.
Il suo affanno si faceva sempre più pesante, e la foresta lo sentì. E in quell’istante, Buzz cadde di faccia nella neve, e la sua lampada ad olio rotolò via. Poi sentì un dolore atroce nel polpaccio. Buzz urlò nella notte, e quando si calmò, guardò la sua gamba solo per trovare una freccia appuntita che gli perforava il polpaccio destro.
Il sangue gli coprì la mano quando toccò la ferita, e la neve era colorata di rosso per il sangue che ne usciva. “Vieni fuori bastardo!” Si guardò intorno e urlò terrorizzato. “Non la scamperai così!” Urlò, ma l’orrore lo iniziò a travolgere. Poi vide qualcuno sbucare dall’albero al lato del percorso.
La luce della luna e la lampada a olio la illuminarono, rivelando i capelli rossi marroni, dei lineamente scolpiti, le orecchie a punta, un mento sporgente, e due file di canini bianchi. Buzz tremò, ma osservò attentamente l’elfa, e in fine, gli occhi si fissarono sull’accessorio attorno ai suoi fianchi. Era giallo e fatto di pelle di scoiattolo.
“Un’elfa? No! Sei un elfo degli Scoia’tael!
Gli Scoia’tael sono dietro a tutti gli omicidi?” Aveva sentito delle voci sui membri degli Scoia’tael che si nascondevano a Monte Carbonio, aspettando il momento giusto per rovesciare l’Anziano Brovar, e quelle voci si erano diffuse a macchia d’olio per qualche tempo. Comunque, da quando tutti gli associati agli Scoia’tael erano stati cacciati un anno fa, l’Anziano Brovar aveva proibito di parlare ancora della questione, e le voci scomparvero.
Buzz pensò che gli Scoia’tael erano tutti stati esiliati, ma apparentemente, non era questo il caso.
L’elfa non rispose alla domanda. Prese ancora il suo arco e la sua freccia per puntare a Buzz. Buzz si alzò con difficoltà, la sua faccia era contorno con dolore e terrore. Gli elfi erano conosciuto per la loro predisposizione all’arcieria. Sapeva che l’avrebbe potuto uccidere facilmente, dato che era ferito a soli tre metri da lei.
“Sembra che qui sia dove trovi la mia fine, cara Akali. Alla fine, non sono riuscito a vedere te e il nostro bambino un’ultima volta.” La frustrazione e l’odio lo fecero gridare. “Dannazione a voi Scoia’tael! Dovete bruciare all’inferno! Aspettate e vedrete! L’Anziano e i miei fratelli mi vendicheranno! Questa è guerra! E giuro che tutti voi brucerete!” Poi chiuse gli occhi e aspettò che la morte lo prese.
Ma non sentì fitte o dolori acuti, e guardò l’elfa sconvolto. L’elfa girò la testa a sinistra e gli diede uno sguardo.
“Cosa dovrebbe significare? Dovrei andare a sinistra?” Il desiderio di vivere si riaccese in lui, ma invece di seguire gli ordini, Buzz zoppicò da dove era arrivato. Però una freccia lo sfiorò prima che potesse allontanarsi, e lo fece sanguinare. “Che cosa vuoi?” Era infuriato, pensava che l’elfa stesse giocando con lui, ma stava ancora cercando di dirgli di andare a sinistra.
“Bene. Starò al gioco finché potrò vivere per vedere il mio bambino.” Buzz decise di seguire gli ordini dell’elfa. Avrebbe perso l’orgoglio se fosse potuto rimanere in vita. Si trascinò verso sinistra, e il sangue sgocciolava dai suoi pantaloni, lasciando una traccia rossa per terra.
Il dolore della sua caviglia destra era ancora insopportabile, ma non fece niente per la freccia che l’aveva colpito. Tutto quello che poteva fare era gemere, ma alla fine, tutta la sua gamba si paralizzò. L’istante in cui entrò nella foresta, fu travolto dall’oscurità, e il terrore crebbe in lui. Aveva la sensazione che qualcosa di orribile aveva messo lo sguardo su di lui.
L’elfa teneva la lampada ad olio e lo seguiva. Voleva scappare, ma l’elfa aveva gli occhi su di lui, e non faceva movimenti improvvisi. “Dove andiamo?” Chiese, ma non arrivò risposta, quindi poteva solo camminare avanti.
Buzz arrancò, e coprì una lunga distanza. Continuava a perdere sangue, e i venti gelidi lo punzecchiavano, prosciugandogli tutto il colore. Poteva sentirsi diventare freddo, gli arti che si irrigidivano, e la visione che si offuscava.
Si fermò all’improvviso e si girò, ma l’elfa non si vedeva più da nessuna parte. Però, prima che potesse rigioire, un lungo, antico sospirò rieccheggiò attorno a lui, facendo scendere un brivido dalla sua schiena.
Buzz alla fine scoppiò a piangere per la pressione.